POESIE Nato son io nei giorni della merla

Nato son io nei giorni della merla

Nato son io nei giorni della merla

quando il gelo ammanta la terra

e la serra nella sua cristallina stretta.

Nato son io nella terra del vulcano

dove il sole arde più forte

e l’anima pulsa più intensa.

Nella terra di Empedocle e Pirandello

di Sciascia e Guttuso, di Tornatore e Brancati,

all’incrocio di due mari e all’ombra di Cariddi.

Ancora lo sento il profumo del mare,

il caldo vento che soffia nelle giornate di primavera

e spazza le umide banchine del porto.

Ancora li sento gli odori della mia terra,

i sapori dei cibi che ho gustato,

dei dolci di marzapane che ho assaporato,

dei gelati a pezzi che ho sorbito,

delle arancine tronfie di sugo

e ricoperte di dorata scorza

come fossero nettare divino,

impareggiabile nutrimento,

dolce miele per la mia avida bocca.

Ancora lo vedo quell’orizzonte marino

chiuso tra due sponde

che trapassa in un cielo quasi sempre sereno

dove qualche nave sembra indugiare pigra

prima di allontanarsi verso il mondo lontano.

Ancora la immagino la collina che cinge Zancle

quasi a proteggerla come una falce.

E con la mente percorro quelle lunghe strade

che portano tutte verso la breve e rassicurante

striscia di mare dal colore blu intenso

come gli occhi di chi lo guarda.

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